E’
assolutamente lecito che dei produttori italiani difendano il loro raccolto e
tutto ciò che ne deriva. Io sono assolutamente dalla loro parte e vorrei
maggiori tutele per loro e per i consumatori. La globalizzazione sta facendo
danni enormi alla nostra economia, da anni, e i numeri sono lì a testimoniarlo.
Però non sopporto in nessun modo chi usa dei fatti scientifici per creare
allarmismo ingiustificato.
Vuoi dare
addosso ai grandi marchi che importano frumento per speculare? Ok, ma fallo
politicamente, giuridicamente o come ritieni più opportuno.
Fare
articoli, poi ripresi da molti blog e testate giornalistiche, facendo intendere
che ci stanno avvelenando non rende un servizio e cede il fianco a repliche nel
merito assolutamente incontestabili.
Premesso che
quando mi cucino della pasta uso solamente quella a lenta essiccatura e
trafilata al bronzo per motivi di gusto (e non solo), per cui non compro
nessuna di quelle in tabella, ciò che è importante sottolineare è il fatto che
le sostanze rinvenute nelle marche analizzate a cura di GranoSalus rientrano
ampiamente nei limiti di legge previsti.
La sostanza
che più tende ad abbassare il limite di consumo è il DON, per cui il marchio
peggiore richiederebbe di non mangiare più di 2kg di pasta al giorno (di quella
marca) per tutti i giorni dell’anno. Ecco, a questi livelli direi che sono ben
altri i problemi di salute ai quali si andrebbe incontro e l’eventuale
intossicazione arriverebbe quando il soggetto è già morto di diabete, ictus o
infarto 😀
Alla tabella
in foto, ripresa dal sito ufficiale, ho aggiunto in rosso al terzo rigo i
limiti di legge, e all’ultima colonna il consumo massimo che ogni marchio
permetterebbe, rimanendo all’interno di detti limiti.
A differenza
di quanto spiegato da altri, va ricordato che gli organi preposti, in seguito a
numerose ricerche, stabiliscono un massimo di introito quotidiano di sostanze
ritenute pericolose, considerandone un consumo anche per 365 giorni all’anno.
Cioè, siamo all’interno di un “confine” per garantire il massimo della
sicurezza, partendo da dati scientifici noti e universalmente accettati.
Per
concludere, vorrei anche far notare che le sostanze a rischio in tabella, e
tante altre qui non elencate, sono ovunque. In qualsiasi cibo di origine
vegetale o animale. Per cui, questo allarmismo sulla pasta è solo marketing e
non ha nulla di scientifico. Inoltre, non contribuisce in alcun modo a
migliorare la situazione generale. Perché, per affrontare l’argomento “inquinanti”,
bisogna prima di tutto capire che in natura sono sempre esistiti e sempre ci
saranno, anche a prescindere dall’attività dell’uomo. Ciò che oggi possiamo e
dobbiamo fare è valutare il miglior compromesso tra rischi e vantaggi di una
produzione di massa, che garantisca sostentamento ai futuri 10 miliardi di
esseri umani sulla Terra o, volendo rimanere nello stivale, a 60 milioni di
persone.
Il primo
passo è quello di superare i luoghi comuni, per i quali:
NATURALE =
SANO
INDUSTRIALE
= DANNOSO
La nostra
improvvisa crescita demografica e il perentorio aumento dell’aspettativa di
vita sono il frutto del progresso medico e agricolo. Giocate pure a fare i “naturalisti”,
ma sappiate che fa abbastanza ridere vedere persone ancora in vita grazie al
progresso che esprimono odio verso di esso.
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